AG.RF.(redazione).08.03.2022
“riverflash” – Si fermano i pescherecci nei porti per una settimana: la protesta è per l’aumento dei consumi energetici. I titolari dei pescherecci attraccati nei porti di tutta l’Italia hanno deciso d’incrociare le braccia. Lo sciopero, avviato nella giornata del 7 marzo, è stato promosso dall’Associazione produttori pesca di Ancona ed è stato proclamato per richiamare l’attenzione del governo sull’incremento del prezzo del carburante: i costi sono raddoppiati arrivando al costo di 1 euro e scendere in mare diventerebbe improduttivo. Si tratta di una protesta nazionale: in settimana potrebbe esserci un incontro con il Mipaaf, Questa decisione preoccupa il mercato ittico d’Italia, il Centro agroalimentare di Roma. “Ci sarà una carenza di prodotto locale che rappresenta una componente importante del prodotto commercializzato” ha spiegato Fabio Massimo Pallottini, il direttore generale del Car. “Le difficoltà che stanno vivendo le imprese della pesca con un improvviso raddoppio del costo del carburante, interessano tutta la filiera, in quanto il pesce viene trasportato in un sistema di catena del freddo comportando un alto assorbimento dei consumi energetici”.
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