21 Nov 2015
Attacco all’Umanità. Dopo il dovuto silenzio per le vittime, riflettere sul domani
di Luigi Noera – Definitivo il bilancio di sangue dell’attacco ijadista sferrato venerdì sera 13 novembre nel cuore della cultura umanista parigina ai danni di giovanissimi. E’ proprio terrore quello che queste cellule incontrollate (ma sarà vero?) vogliono incutere in tutti noi. Per certi versi ci sono riuscite con l’immediata risposta della Francia che ha bombardato la città siriana ove è forte la presenza dell’Isis. Come appassionato di cinema mi viene in mente il recente film Tumbuktu del regista di origini mauritiane Abderrahmane Sissako che tanti premi ha ricevuto. Storia di orrori nella penisola d’origine del regista ai danni della comunità islamica del villaggio Tumbuktu. Il massimo lirismo della pellicola è rappresentato dai giovani che desiderando giocare a pallone, gioco vietato dal fanatismo pseudo religioso, giocano lo stesso una partita ma senza pallone. Allora chi potrà uccidere gli ideali di una umanità che cerca la pace ma da molti attentata come in questa ultima orrenda vicenda di Parigi? Nessuno potrà mai spegnere la speranza di tutti noi se reagiamo come quei ragazzi dello sperduto villaggio in mano agli estremisti. Mi sembra doveroso ricordare quanto detto da Papa Francesco all’Angelus di domenica circa la bestemmia rappresentata dall’uccidere in nome di Dio. D’altra parte è ovvio che i media si sono buttati a capofitto su questa ennesima tragedia di sangue intriso del fanatismo. Non vedo però da nessuna parte affermare, come da sempre Papa Francesco fa, che sia necessario combattere questo Male all’orgine, ossia combattendo il traffico di armi. Il resto verrebbe poi da se. Altri sostengono di non sottovalutare il fenomeno del terrorismo “islamico”, mi sembra però una questione poco argomentata, visto che i massimi rappresentanti della comunità islamica presente in Italia hanno pure loro condannato i fatti. Perchè allora non riconvertire le fabbriche di morte degli armamenti in fabbriche della vita per esempio per attrezzature mediche da destinare ai paesi come la Siria, o comunque in qualcosa di utile all’essere umano come ad esempio l’industria culturale? Ricordiamoci che ogni cosa può essere usata in modi differenti: un coltello può essere usato per uccidere, ma anche per tagliare del pane. Sta a noi decidere.
NDR: Dopo il venerdì nero di Parigi ci sono stati altri lutti nel mondo. Mi chiedo cosa aspettiamo a fermare questa violenza. Di queste recenti vicende chi ne hanno tratto vantaggio? le industrie belliche, ma anche la Russia che adesso non è più isolata.
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Stefano dice:
Pubblicato il 02-12-2015 alle 16:03
Ci dobbiamo ricordare che fanno parte dell’Umanità anche tutti gli altri popoli che ad oggi subiscono la violenza delle numerose guerre in corso sul pianeta.
Mi sbaglio se ho osservato che a noi occidentali dispiace solo quando le vittime di terrorismo sono solo della nostra area geografica anche quando si trovano all’estero. Ignoriamo del tutto quando a soccombere alla violenza cieca e insensata del terrorismo fanatico o prezzolato sono esseri umani di altri paesi extraeuropei o al di fuori delle nostre alleanze militari.
E’ noto che sia nel medio oriente che negli altri paesi orientali i terroristi massacrano migliaia di persone a prescindere dalla loro religione, ma noi ne restiamo indifferenti non ci indigniamo, non ci appelliamo ai diritti umani degli altri come se costoro non facessero parte della medesima “comunità” umana, per loro manca la nostra solidarietà.
Chiediamoci chi arma e finanzia i terroristi sia dell’ ISIS o qualsiasi altro califfato o gruppo, chi sono i loro capi che stanno facendo peggio del defunto Bin Laden: morto uno ne sono spuntati cento. Se questa è l’inizio di una spirale di violenza indiscriminata, dove andremo a finire?