Di Marco Sarli AG.RF . 29.07.2016 (ore 09:50)
(riverflash) – Come tanti, ho fatto i conti in tasca ad Atlante, il fondo costituito con massicci oboli delle maggiori banche italiane e con il contributo determinante, in termini qualitativi più che quantitativi, della Cassa Depositi e Prestiti un’entità emanazione diretta del Ministero dell’Economia ma partecipata anche dalla maggior parte delle fondazioni bancarie, un fondo nato per aiutare lo smaltimento dei Non Performing Loans in carico alle banche italiane per 360 miliardi di euro, nonché, ed è quello che finora ha fatto, intervenire in quegli aumenti di capitale che il mercato ostinatamente rifiuta di sostenere, come ha fatto acquisendo pressoché integralmente gli aumenti di capitale della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, rispettivamente per 1,5 e 1 miliardi di euro, mentre va ricordato che per i vecchi azionisti delle due banche si è applicato un bail in alla matriciana perché si sono trovati in mano azioni del valore di dieci centesimi di euro avendo acquistato le stesse a 62 e 42 euro senza avere mai la possibilità di rivenderle e per loro non ci sarà altra possibilità di rivalsa che quella esperibile in via giudiziaria.
Di quello che resta della dotazione di Atlante è presto detto, in quanto è a tutti noto che sarà il Fondo a incaricarsi di smaltire i 10 miliardi di euro circa (sono 9,7 per l’esattezza) di sofferenze nette che la vigilanza bancaria presso la Banca Centrale Europea ha intimato al Monte dei Paschi di Siena di cancellare dai suoi bilanci entro il 2018, ma che Fabrizio Viola, l’amministratore delegato di MPS, ha saggiamente deciso di far fuori in un colpo solo sapendo che questo farà bene alla credibilità della banca senese e sapendo altrettanto bene che si è aperta una finestra irripetibile sia per il fatto di trovare un acquirente che sembra disposto a pagare questi crediti ben il 30 per cento, se non qualcosina di più, così come difficilmente ripetibile è il contesto delle trattative avanzate, molto avanzate, tra il Governo italiano e la Commissione europea per trovare una strada per non fare apparire aiuti di Stato alle banche italiane quelli che inequivocabilmente proprio aiuti di Stato in realtà sono.
Il problema, tuttavia, è rappresentato dal fatto che, dopo il salasso degli aumenti di capitale delle banche venete e i 3 miliardi circa di euro necessari per acquisire le sofferenze del Monte dei Paschi, il Fondo Atlante avrà esaurito la sua dotazione di capitale, anzi avrà debiti per circa 300 milioni di euro e quindi negli ambienti governativi, in particolare in Via Nazionale, si è deciso di chiamare a raccolta tutti, ma proprio tutti, dalle casse previdenziali e gli altri fondi pensione, alle compagnie di assicurazione, alle banche straniere operanti in Italia a quelle tra le banche italiane che si erano sottratte agli appelli della prima ora, stabilendo anche delle cifre cumulative per comparto e poi, ovviamente di un nuovo ricorso alle disponibilità della Cassa Depositi e Prestiti che dovrà provvedere a quello che manca e tutto va bene se si arriverà a mettere insieme quello che serve a MPS per fare quell’aumento di capitale da 5 miliardi di euro anche se MPS pensa, come scrivevo ieri di raccogliere questa somma sul mercato!
Fonte: http://diariodellacrisi.blogspot.it
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