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ATHOS, I COLORI DELLA FEDE

Athosdi Sabrina Sciabica (AG. RF. 07.05.2016)

(riverflash) –  È possibile catturare in una foto l’essenza di un luogo incantato?

Nella mostra Athos, i colori della fede, la religiosità e il mistero si trasmettono e si testimoniano con immagini mistiche e molto rare.   Si tratta di oltre cento scatti del fotografo greco Stratos Kalafatis, esposti dal 6 al 22 maggio presso l’Accademia di Romania, in zona Parioli, a Roma.

Attraverso di essi sarà possibile entrare nel più importante centro spirituale del monachesimo cristiano-ortodosso, al quale l’artista ha dedicato cinque anni tra esplorazioni, pellegrinaggi, visite ai monasteri e incontri/interviste ai monaci che lo abitano.

Il Monte Athos, o Repubblica Monastica del Monte Athos, è un territorio autonomo della Grecia dotato di uno statuto speciale di autogoverno: è amministrato da un collegio di monaci – composto dai rappresentanti di 20 monasteri – e da un Governatore dello Stato, con l’incarico di sovrintendere all’amministrazione del territorio e di farne rispettare lo statuto.

Questo luogo, patrimonio dell’Unesco, ospita soltanto i 20 monasteri, in cui abitano circa 3 mila monaci. Per visitarlo è necessario ottenere un permesso di soggiorno speciale rilasciato, generalmente, per soli 4 giorni. A ciò si aggiunge il divieto sancito da un Decreto dell’Imperatore di Bisanzio nel 1046 e valido ancora oggi, che vieta l’accesso alle donne. I monaci sostengono, infatti, che la loro presenza li indurrebbe in tentazione, e dato che il Monte Athos è dedicato alla Vergine Maria, quella è l’unica presenza femminile consentita, da preservare e non contaminare in alcun modo. Si tratta di una vera meraviglia: un museo di arte bizantina e post bizantina. Nei vari luoghi religiosi si trovano affreschi, biblioteche arricchite da mosaici e altri preziosi oggetti d’arte minore e arredi liturgici.

“Il Monte Athos è difficile da fotografare” spiega Stratos Kalafatis “non tanto perché resiste al carattere laico della fotografia, ma piuttosto perché ha bisogno di tempo per essere svelato. Da più di mille anni rimane nascosto dietro una pittoresca semiologia, un folklore sentimentale, dietro interpretazioni mistiche e rivelazioni miracolose. È un mondo fatto di silenzio e di mistero, un luogo sospeso, in bilico tra passato e presente, tradizione e libertà, forza e debolezza, tra il buio e la luce. E non è semplice superare la sua storia poderosa, la sua religiosità esasperata e creare immagini che rispettano il luogo senza ledere l’autonomia creativa del fotografo.”

L’occhio di Kalafatis descrive, con uno sguardo delicato e mai invadente, una tradizione millenaria; ha catturato la povertà e la semplicità su volti di allievi e anziani uomini di fede. E ha accentuato il contrasto tra il rigore dell’abito monastico e i colori di una natura splendida e incontaminata svelando, così, un mondo tanto enigmatico quanto intriso di spiritualità.

http://www.accadromania.it/

 

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