di Francesco Angellotti (AG.RF 15.11.2015) ore 09:26
(riverflash) – Siamo in vena di novità? Diamo un attimo l’occhio alle innovazioni dell’attuale dialogo espressivo? Allora non possiamo trascurare l’inaugurazione presso la Galleria Canovaccio in vico S. Lorenzo a Terni, condotta da Lorenzo Barbaresi, che esporrà fino al 1° dicembre 6 artisti contemporanei.
Come poter commentare l’evento? Tanta Arte, ma tutta diversa; i generi espressivi sono alternativi e non è univoco il giudizio. Abbiamo visto anche delle sculture, una grande in alto, altre più piccole; indubbiamente eloquente la loro espressività, secondo una linea comunicativa molto tenera, ma anche un po’ ironica.
Tanti modi e tante forme di trasmettere il contenuto, va bene; ma qual’era? A cosa si rifà il Tema a cui si collega la mostra? Non è, in effetti, una Gran Pubblicità, perché è un’espressione rincorsa comunemente, sotto tante forme; ma prenderla in considerazione porta a delle valutazioni molto forti, che smascherano l’atteggiamento, che vela di schemi superstiziosi, che invadono anche campi che dovrebbero esulare dal particolare.
Se non avete capito, sarò esplicito: l’espressione presa in considerazione è quella del Gioco. Non quello che presume tattica ed abilità per riuscire vincitori, come può essere puntare sui Cavalli o mettere fiches sul piatto, con le carte in mano; anche perché questo genere, che implica occhio e tecnica, è più una Scommessa che un Gioco.
Ma il Lotto, la Tombola, la Roulette… simili stravaganze, dalla Fortuna sono condotte, e nuje priammo a San Gennaro ca’ vene ‘o nummero ca dich’io sulla ruota di Napoli.
Si può fare Arte su una cosa così eclettica: un po’ degenere, che affonda sulla superstizione e sulla Credenza Popolare, che si affida alla Sorte, nel senso di Forze Sconosciute e Inalterabili, che se per una volta si voltano dalla Nostra Parte, la Vita cambia e riceveremo la Felicità (secondo l’opinione che i soldi sono la Felicità, anche se c’è addirittura un proverbio che non condivide l’eventualità: ma solo per accontentare chi si trova pe’ senza niente).
Fare una critica prettamente Artistica non è possibile; troppi i generi trattati e molte composizioni tese più all’effetto, al significato, che alla bravura nella composizione. Però il significato è importante, in quanto si trasmette un messaggio che ridicolizza certe forme che non hanno collegamento col razionale e con la realtà; per questo scaturiscono sovente nella Religione, che è la forma che conduce l’Umanità al di fuori della Realtà, quindi può avere influenza su una Giocata, che risolverebbe i problemi della Vita: che adesso incombono.
Lascia perdere che la Religione non può avere attinenza con una forma così banale e materiale legata astrattamente alla Sorte; diciamocela tutta, il gioco è legato ad un rapporto personale che una persona, che si lancia in una delle tante forme in cui sperare nella Fortuna, intimamente ha con un Santo, a cui si sente legato per motivi riservati; certo non li racconterà mai a nessuno, e poi ci sono esponenti della Buona Sorte molto ricercati, ed anche pubblicizzati. Ma non è importante, speriamo Bene.
La Mostra, come dicevamo, presenta Artisti di vario genere e, diremmo, anche di vario Valore; non perché uno valga più dell’altro, ma perché vario è il modo d’espressione, quindi il contenuto viene espresso con esempi diversi.
Non Vi sto a contare come si articolano tutte queste forme espressive; sarebbe troppo lungo, e condizionato dal fatto che alcune mi hanno colpito esternamente, ma altre mi sono entrate nel cuore.
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