AG.RF 16.03.2015 (ore 11:32)
(riverflash) – Grandi Appalti in Italia sta diventando sinonimo di Mangiatoia per Corrotti. Non è una questione politica perché come dimostrato dal Mose, c’erano il sinistro Orsoni e il destro Galan tra gli inquisiti. In MafiaCapitale il destro Carminati era in combutta con il sinistro Buzzi. Un malaffare trasversale con un denominatore comune: guadagnare molti soldi sfuggendo ai laccioli della legge. Questa mattina, su richiesta della Procura di Firenze, è stato arrestato Ercole Incalza, ex dirigente del Ministero Lavori Pubblici, di cui adesso è consulente esterno. A testimonianza della trasversalità, Incalza in 14 anni nel dicastero di Porta Pia ha resistito a 7 governi. Secondo i risultati dei Carabinieri del Ros sarebbe stato lui, in particolare, in qualità di coordinatore della Struttura tecnica di missione del Ministero dei Lavori Pubblici, ad organizzare l’illecita gestione degli appalti delle Grandi Opere, con il diretto contributo di Perotti, cui veniva spesso affidata la direzione dei lavori degli appalti incriminati. Anche l’imprenditore Stefano Perotti è stato arrestato questa mattina insieme a Sandro Pacella, funzionario del Ministero Lavori Pubblici e stretto collaboratore di Ercole Incalza, e a Francesco Cavallo, presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato.
Il nome di Incalza è in tutte le indagini sulla corruzione in Grandi Opere, dal Mose a Expo, ma anche alla cricca del Salaria Sport Village, quella del costruttore Anemone e di Balducci, direttore degli appalti del Giubileo del 2000 nonché esperto sulle misure intime (grossezza e lunghezza del pene) di seminaristi africani. Aveva un database al riguardo, ma era benvoluto da papa Woytila e aveva anche moglie e figli. Ercole Incalza è stato indagato in 14 occasioni, ma è sempre stato prosciolto. Adesso l’accusa è concussione per lavori della TAV appaltati a persone di suo gradimento, ma anche corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti. Nel 2004 l’architetto Angelo Zampolini, per contro del costruttore Diego Anemone, versò a Incalza la somma di mezzo milione di euro per comprare un appartamento. Con lui vennero scoperti appartamenti donati all’ex-ministro Claudio Scajola e il generale dei servizi segreti Francesco Pittorru.
Questa volta, invece, tutto è partito per la poca chiarezza nella gestione dell’Alta Velocità al nodo ferroviario di Firenze.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..