AG.RF.(MP).20.10.2016
“riverflash” – Con 279 sì, 22 no e 69 astenuti, la Camera ha approvato la legge sulla videosorveglianza negli asili e nelle strutture per anziani e disabili. Ora il provvedimento passerà all’esame del Senato. Con il voto favorevole alle telecamere, nulla potrà più sfuggire su ciò che accade all’interno delle strutture che ospitano bimbi, anziani e disabili e le immagini filmate, nel rispetto della privacy, potranno essere visionate, solo a seguito di una denuncia e potrà accedere alla “visione”, solo la polizia o un pubblico ministero. Per l’installazione dei dispositivi, sarà necessario l’assenso dei sindacati e sempre per la tutela della privacy, la presenza dei sistemi di videosorveglianza dovrà essere segnalata con dei cartelli a tutti quelli che accedono negli edifici monitorati. La legge è frutto di un lavoro bipartisan – i cui relatori sono Gabriella Giammanco di Fi e Antonio Boccuzzi del Pd – ed è nato da un impegno corale delle forze politiche visto che unifica ben 13 proposte, presentate in Parlamento nel corso degli ultimi anni. Tuttavia il provvedimento non si limita solo alla videosorveglianza , ma si occuperà anche di formazione e il governo vieme dunque delegato ad “adottare un decreto legislativo in materia di valutazione attitudinale nell’accesso alla professioni educative e di cura” ovvero test psico-attitudinali da fare al momento dell’assunzione e poi periodicamente, “nonché di formazione iniziale e permanente del personale delle strutture. Ma come è composta la legge? Ci sono 5 articoli: l’’art.1 si occupa delle ‘Finalità’: “1. La presente legge ha la finalità di prevenire e contrastare i reati in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili, a carattere residenziale o semiresidenziale, nonché di favorire la raccolta di dati utilizzabili a fini probatori in sede di accertamento di tali reati. L’art. 2 delega il governo “ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo in materia di valutazione attitudinale nell’accesso alla professioni educative e di cura, nonché di formazione iniziale e permanente del personale delle strutture”. Tale formazione non graverà però sulle casse dello Stato: “All’attuazione della delega si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Nell’art.3 si parla specificatamente, della videosorveglianza. Le immagini saranno criptate, quindi protette dalla visualizzazione da parte di terzi. Nessuno quindi, a parte il pubblico ministero e la polizia giudiziaria (ma solo in casi eccezionali), avrà accesso alle immagini. “L’accesso alle registrazioni è consentito solo al pubblico ministero e, su sua delega, alla polizia giudiziaria, per lo svolgimento di indagini su reati in danno dei minori o delle persone ospitate nelle strutture. Nei casi di urgenza la polizia giudiziaria può accedere alle registrazioni dandone immediata comunicazione al pubblico ministero”. L’art. 4 si occuperà del monitoraggio del Parlamento, mentre l’art.5 dovrà “monitorare” i fondi, ossia garantire che non ci saranno costi aggiuntivi per lo Stato: “Le amministrazioni pubbliche interessate provvedono all’attuazione della presente legge nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Infine, perinstallare l’impianto ci sarà bisogno di un accordo collettivo stipulato dai sindacati: “I sistemi possono essere installati previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale” e la loro presenza deve essere “adeguatamente segnalata a tutti i soggetti che accedono nella zona videosorvegliata”.
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