AG.RF 29.08.2014 (ore 09:17)
(riverflash) – Arrivato nella terza età un imprenditore ha perso tutto, causa rovesci economici, e si è macchiato del reato di bancarotta fraudolenta. Non voleva perdere la libertà, però, e allora si è dato alla latitanza insieme alla moglie. Una latitanza durata 25 giorni.
Erano stati condannati in via definitiva a scontare, rispettivamente, 5 e 3 anni e mezzo di carcere per bancarotta fraudolenta, l’uomo e la donna arrestati martedì 26 agosto a Gaeta (Latina) dagli investigatori della Squadra mobile di Caserta, in collaborazione con gli agenti del locale commissariato.
Si tratta di G.S., 66 anni, e di sua moglie M.G.C., ricercati dal 1 agosto scorso, quando furono colpiti da un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura presso il Tribunale di Napoli.
La condanna si riferisce ad una lunga vicenda giudiziaria, iniziata negli anni ’90, che riguardava una grossa impresa metalmeccanica che operava nel settore della manutenzione di veicoli ferroviari.
Quando è stata emesso il provvedimento restrittivo, i due si erano già resi irreperibili, e vane erano risultate le ricerche dei poliziotti presso la loro abituale residenza e presso quella dei loro parenti più stretti.
Gli investigatori della Mobile hanno subito iniziato le indagini, a caccia del luogo dove i coniugi si stavano nascondendo.
Le ricerche si sono concentrate subito sul comune di Gaeta, dove i ricercati erano soliti trascorrere le vacanze estive, avendo anche la disponibilità di una grossa imbarcazione di lusso, a bordo della quale potevano aver trovato momentaneo rifugio.
Gli agenti, camuffati da vacanzieri per non destare sospetti, hanno così passato al setaccio tutti i porti turistici e i cantieri navali del litorale, controllando i registri conservati dai gestori.
Nella prima mattina di martedì 26 agosto i poliziotti hanno individuato l’imbarcazione, un cabinato con 6 posti letto, intestato a una società con sede legale in Inghilterra, munito di due potenti motori da 900 cavalli. Il natante era ancorato in una delle darsene nei pressi del centro, confuso tra oltre 250 imbarcazioni.
Quando gli agenti sono saliti a bordo non hanno trovato nessuno, anche se la presenza di giornali recenti, frigo e dispensa piena, vestiti ed effetti personali, lasciavano intuire che si trattava di un’assenza momentanea e che a bordo c’erano almeno due persone.
A quel punto è iniziato un appostamento tra i moli e le altre imbarcazioni, in attesa del ritorno dei ricercati. E dopo circa tre ore i due sono arrivati, giusto in tempo per essere arrestati.
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