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ANGELA CAMERINI al flauto e ANNALISA DE SANTIS all’arpa contro le restrizioni imposte dal Governo

annalisa de santisdi Francesco Angellotti (AG.RF 19.06.2016)

(riverflash) – Il senso della propria funzione e il dovere di chi offre un bagaglio selezionato verso tutta la Comunità, che oltrepassa i confini urbani ma si allarga a tutti gli amanti della Musica, va senz’altro ammirato, rivolto verso l’Istituto Musicale Briccialdi. Le ritorsioni e le restrizioni imposte dal Governo sono gravissime e, quel che è peggio, torna contrario all’appello popolare, che si è rivolto con un numero straordinario di firme in difesa di un Istituto che cura il bagaglio musicale e strumentale in modo da brillare a livello internazionale.

   Ma chi ha acuito il significato delle manovre politiche della nostra Democrazia, credo abbia capito che il bagaglio culturale e la finezza artistica sono un dato che viene schiacciato, per portare avanti le forze e i valori che rendono “la Massa” informe e fluttuante, potendola così indirizzare più facilmente verso il qualunquismo, spersonalizzandola. Ed allora dilaga il successo delle musichette e delle espressioni comuni e sportive che trascinano, non per i propri contenuti che sono solo costruiti anche se di fragile consistenza, ma per la loro dilagante vacuità.

   Consequenzialmente, forse spaventati che un’Associazione Importante abbia trovato un numero così vasto di appoggi, si sono ben guardati da continuare nelle sovvenzioni, che sono ulteriormente e gravemente decurtate (in 2 anni il 60 % !). Sappiamo tutti che i costi, in ogni senso, sono aumentati in modo stratosferico, cosa che avrebbe fatto accettare anche una necessaria riduzione, che comunque era già avvenuta in modo eccessivo.

   Reazione tradizionale a queste manovre, quale può essere? Sciopero! Sempre così, senza alternative. Ma un Istituto come il Briccialdi non si fa irretire dall’appiattimento comune, sarebbe troppo squallido uniformarsi all’andazzo che irreggimenta e non risolve mai niente. L’Istituto Musicale Briccialdi, certo non può accettare una decurtazione delle proprie funzioni in modo così pleonastico e immotivato; ma non trascura la propria funzione di Scuola, nel senso più concettuale del termine e non come è ridotto l’Istituto. Tutti gli allievi, non ricordo se 3 o 400, hanno un futuro avanti a loro e devono essere seguiti, non con i voti o le interrogazioni, ma istruendo in modo che si elevi chi ha veramente Classe. Quindi non possono far mancare istruzione, perché sarebbe autolesionismo. Quindi il concerto, indetto per oggi pomeriggio presso la solita Sala Casagrande, è stato eseguito; ma i docenti che hanno suonato hanno voluto far rilevare il fattaccio, sopprimendo 2 brani in programma; onde non far trascurare il fatto che avrà risvolti, cercando strade per trovare sbocco.

   ANGELA CAMERINI al flauto e ANNALISA DE SANTIS all’arpa (nella foto) hanno eseguito dei brani con una bravura ed un’armonia che hanno rappresentato come esaltante è la Musica, non proprio come strimpellata da molti gorgheggiatori ai quali si vuole attribuir successo.

   Iniziato con Michael Amorosi, un autore moderno nato all’inizio del ‘900 (1918), mantenendosi fino al 2001. Eppure, così moderno, ha composto 2 danze medievali: indubbiamente perfette nello spirito ed eseguite nella giusta maniera.

   Non poteva mancare, toccando questo genere di composizioni, Gaetano Donizetti, un po’ più antecedente perché nacque ancora nel ‘700 (1797), ma ebbe fine terrena nel 1848. La sonata in sol maggiore ascoltata era in 2 tempi appassionanti: larghetto e Allegro.

   Di seguito anche un altro moderno, Nino Rota; un bravo compositore che più dei passaggi d’abilità ha creato pezzi ad effetto. Eseguita la Sonata in allegro molto moderato, andante sostenuto,allegro festoso: una progressione scontata ma, come dicevamo, ad effetto.

   Si può considerare moderno Bernard Bruno Hilse, che è pur nato nel 1884, ma ha visto il suo successo fino al 1964. Musicata la Suite n° 6, molto delicata ma dall’armonia struggente che entra nell’anima.

   Conclusione con il caposcuola da cui ha preso il nome l’Istituto, Giulio Briccialdi, classico dell’’800 (1818 – 1881), ma precursore di tanti studi che poi si sono imposti come dominanti. Emozionanti le variazioni fatte ascoltare dal “Carnevale di Venezia” op. 78.

L’entusiasmo è andato sulle Stelle, una musica veramente sentimentale, articolata nei dettagli con maestria. Sono stati incredibili i pezzi scritti da Briccialdi, in cui il flauto suonava a 2 voci. La maestra Angela Camerini è veramente una bravissima professoressa della scuola Briccialdi. Come Annalisa De Santis ha portato da Firenze, ove suona con l’Orchestra della Filarmonica, un suono dolcissimo e dettagliato fin nei particolari, armonizzato con una dolcezza in cui poteva mostrarsi solo un’abilità femminile (ricordo da bambino l’arpa suonata da Cecilia Pizzini, ma non saprei qualificarla; invece Annalisa è d’una suadenza emozionante).

   Il bis non poteva mancare; il pubblico lo sa che basta non alzarsi per esprimere il desiderio d’ascoltare ancora musica. Tanto più che gli applausi non smettevano di scrosciare, Angela ed Annalisa hanno eseguito l’andante con variazioni di Gioacchino Rossini (1792 – 1868). Il commento, pur volante, sarebbe inutile trattando dell’aristocrazia dell’Olimpo.

   Dico solo che mi è sembrato troppo breve, perché non volevo più andarmene.

 

 Pubblichiamo il documento scritto da tutti i professori del Briccialdi, guidati ancora dal direttore Gabriele Catalucci, rivolto a chi spera di poter muovere e sensibilizzare nel ramo delle Istituzioni: che trovano prolifico altro indirizzo, oltre l’insegnamento culturale. Ma siamo ancora al primo tempo, la partita non è finita.

COMUNICATO DOCENTI BRICCIALDI 15 giugno 2016
“L’intero collegio dei docenti dell’ISSM Briccialdi, facendo suo il documento già diramato dal Consiglio Accademico e condividendone lo sdegno e l’amarezza, ha determinato di non annullare gli ultimi appuntamenti della stagione de I concerti del Briccialdi, esclusivamente per rispetto degli allievi e delle loro famiglie, del pubblico e della città che sentiamo sinceramente vicina e, non ultimo, del nostro stesso lavoro. Niente, invece, riteniamo di dover ancora dimostrare a chi ha deliberatamente scelto di ignorare le oltre 14.000 firme raccolte oltre che la natura e la qualità di un’istituzione universitaria che rappresenta uno dei pochi presidi culturali cittadini e che ha alle spalle due secoli di storia, una tradizione e un ruolo che gli amministratori pubblici avrebbero il dovere di difendere e potenziare. Il Briccialdi ha compiuto nel 2014 quaranta anni dal suo pareggiamento, è un’istituzione “adulta”, quindi, e oggi autonoma, sulla strada della statizzazione prevista dalla legge 508 del 1999 e che sembra non essere più lontana. Un’istituzione ternana, è vero, ma che ha il suo ruolo in Umbria, in Italia e in Europa. Il nostro appello è oggi rivolto alle istituzioni: la Regione dell’Umbria, la Fondazione Carit, lo stesso Comune di Terni per quanto ancora potrà e vorrà fare e a chiunque altro senta il dovere di impegnarsi nel comporre quel bilancio che, nell’arco di due anni, è stato decurtato del 60 % , a fronte di continue rassicurazioni.

Questa è da oggi la nostra sfida e siamo pronti a onorarla con tutte le nostre forze, nel rispetto del mandato che quasi quattrocento famiglie, affidandoci la formazione dei propri figli, ci hanno conferito. Come detto, i concerti non saranno cancellati, ma ospiteranno, ciascuno coerentemente con il programma previsto, forme di protesta che abbiamo scelto abbiano una connotazione “creativa”, rappresentando al meglio la nostra natura di musicisti, oltre che la nostra amarezza. L’affidabilità e la serietà, che, da musicisti, siamo abituati a sottoporre al giudizio altrui, non siano ancora una colta calpestate e, con loro, non sia calpestato quel “fiore all’occhiello” che molti a sproposito continuano a citare e a “non mettere in dubbio”, dimenticandosi di annaffiarlo”.

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