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ALLARME DI GREENPEACE: I PESTICIDI STANNO STERMINANDO LE API

(riverflash) – Le api non preziosi impollinatori, non solo insetti fastidiosi per le loro dolorose punture. Senza le api molti un terzo del cibo che mangiamo non verrebbe prodotto:  71 delle 100 colture più importanti a livello globale sono impollinate dalle api. Il loro killer sono i pesticidi ma bisogna anche favorire la presenza di siepi, piante e fiori selvatici, e permettere una naturale continuità tra habitat diversi.

GreenPeace lancia l’allarme e propone una campagna «Aiutaci a salvare le api e l’agricoltura».

Api in declino: il problema

Le api stanno scomparendo. A partire dalla fine degli anni ’90, molti apicoltori (soprattutto in Europa e Nord America) hanno iniziato a segnalare un’anomala diminuzione nelle colonie di api. Il fenomeno ha riguardato principalmente i Paesi dell’Europa centrale e meridionale. Sia le api domestiche che quelle selvatiche rivestono un ruolo fondamentale per la produzione di cibo. Anche altri insetti, come bombi, farfalle e mosche, danno il loro contributo al processo naturale di impollinazione. Senza gli insetti impollinatori, molti esseri umani e animali avrebbero difficoltà a trovare il cibo di cui hanno bisogno per la loro alimentazione e sopravvivenza. Fino al 35% della produzione di cibo a livello globale dipende dal servizio di impollinazione naturale offerto da questi insetti. Delle 100 colture da cui dipende il 90% della produzione mondiale di cibo, 71 sono legate al lavoro di impollinazione delle api. Solo in Europa, ben 4000 diverse colture crescono grazie alle api. Se gli insetti impollinatori continueranno a diminuire come sta succedendo da anni, molti alimenti potrebbero non arrivare più sulle nostre tavole.

L’impatto dell’agricoltura industriale

La più grande minaccia per le api arriva dai pesticidi chimici utilizzati nelle coltivazioni di stampo industriale. Sono stati individuati diversi pesticidi con effetti letali sulle api ,a partire dai pericolosissimi neonicotinoidi. Queste sostanze chimiche altamente nocive attaccano il sistema nervoso centrale delle api e degli altri insetti impollinatori attraverso il nettare e il polline delle piante trattate, e anche attraverso la polvere rilasciata durante le operazioni di semina.

La moria delle api viene ricondotta anche all’espandersi delle monocolture, che mettono a rischio la biodiversità e distruggono gli ecosistemi naturali. La disponibilità di piante differenti e quindi di una dieta variata, basata su tipi diversi di fiori, è essenziale per la sopravvivenza delle api. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) stima che in poche decine di anni più di 20mila piante da fiore scompariranno. A differenza delle api domestiche che vengono almeno in parte accudite dagli apicoltori, le api selvatiche hanno bisogno di habitat incontaminati per poter costruire le loro colonie. Purtroppo, però, le aree incontaminate sono sempre più rare.

Il ruolo delle api

Le api e gli altri insetti impollinatori hanno un valore e un ruolo essenziali nell’equilibrio degli ecosistemi. Fino al 90% delle piante selvatiche e un terzo del cibo che mangiamo dipendono dal servizio di impollinazione offerto da api e altri insetti.
Se le api scomparissero, le conseguenze per la produzione e l’approvvigionamento di cibo sarebbero devastanti. 71 delle 100 colture più importanti a livello globale sono impollinate dalle api. In particolare, la produzione di pomodori, mele, fragole e mandorle subirebbe un vero e proprio tracollo senza api. Il servizio di impollinazione naturale offerto dalle api vale ogni anno circa 265 miliardi di euro. Anche dal punto di vista economico, quindi, esiste tutto l’interesse a difenderle.

Soluzioni: per garantire alle api un ambiente adatto alla loro vita e al loro sviluppo è necessario sostenere e promuovere la biodiversità all’interno delle aree agricole e nelle zone vicine, e proteggere l’integrità di quelle non coltivate

La prima cosa da fare è vietare l’uso dei pesticidi killer delle api. Il 24 maggio la Commissione Europea ha adottato un bando temporaneo per vietare i neonicotinoidi Imidacloprid e Clothianidin (prodotti dall’azienda agro-chimica Bayer) e Thiamethoxan (di Syngenta), pesticidi che, come è stato dimostrato scientificamente, sono altamente nocivi per le api. Un bando parziale di queste sostanze era già attivo da prima in Italia, Francia, Germania e Slovenia, e nessun effetto negativo sulla produzione agricola è stato registrato in questi Paesi. Rimuovere questi tre pesticidi dal mercato è stato un primo e fondamentale passo da fare per salvare le api.

Bisogna anche favorire la presenza di siepi, piante e fiori selvatici, e permettere una naturale continuità tra habitat diversi. Ma tutto questo non servirà a molto se i pesticidi-killer continueranno a essere immessi in ambiente. Per fortuna l’agricoltura biologica, che non fa uso di pesticidi chimici, è in espansione in molti Paesi. A differenza dell’agricoltura convenzionale, il controllo delle piante infestanti viene fatto con metodi meccanici e si favorisce la biodiversità. La rotazione delle colture (al fine di contrastare la diffusione dei parassiti) è un altro strumento a disposizione degli agricoltori che non nuoce in alcun modo alle api. Anche la presenza di parchi naturali e giardini dove vengono piantate specie autoctone rappresenta un vantaggio per le api, a patto che non siano utilizzati pesticidi e venga favorita la diversità di specie vegetali.

Fonte: salviamoleapi.org
AG.RF  08.06.2013
api e fiori

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