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ADDIO A KRIZIA: SIMBOLO DI ELEGANZA MODERNA E CORAGGIOSA

kriziadi Valentina Riso  (AG.RF  10.12.2015)  ore 16:57 (riverflash)

E’ morta pochi giorni fa all’età di 90 anni.  Il mondo della cultura, dell’arte, della moda si è stretta per dare l’ultimo saluto a Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, nella chiesa di Sant’Angelo, a due passi dal suo quartier generale. Bergamasca d’origine ma adottata ormai da Milano, definita dalla stessa stilista “la città che aveva nel cuore”.

Un  nome ispirato all’ultimo “Dialogo” di Platone; nasce così il marchio Krizia che ha dato vita alle sue creazioni sempre in contro tendenza caratterizzate dal bianco e nero quando lungo le passerelle erano protagonisti i colori; quando la moda dettava abiti lunghi, Krizia presentò una collezione di hot pants. Celebre il suo profumo, K di Krizia, che divenne la fragranza degli anni ’80.

La scomparsa della stilista in seguito ad un malore è stata annunciata in un comunicato di Mmk lo scorso 6 dicembre. Era nella sua casa milanese col marito, Aldo Pinto, sposato 50 anni fa in Giamaica. Immortalata anche da Andy Warhol, nel 2014 il suo marchio è stato ceduto ai cinesi della Shenzen Marisfrolg Fashion.

La storia di Krizia è quella dei grandi cambiamenti sociali, dello sviluppo industriale, del sogno di crescere e uscire dalla situazione drammatica della seconda guerra mondiale.

Fin da piccola studia, legge, taglia, cuce e disegna. Trascorre la sua infanzia a Bergamo, iniziando a “vestire” con abiti ideati da lei le sue bambole. Negli anni 40  si trasferisce a Milano ed è obbligata a partecipare a un concorso di stato per diventare maestra visto che l’università Ca’ Foscari a Venezia è troppo esosa.  Divenuta maestra elementare, lascia la cattedra per aprire un laboratorio a Milano, dove, con l’amica Flora Dolci, inizia a produrre gonne e vestiti semplici, dalla linea essenziale e fresca. Nel 1957, Krizia espone una serie di “abiti-frutta” al SAMIA (Salone mercato internazionale dell’abbigliamento), una delle prime manifestazioni in cui le collezioni di moda venivano presentate al pubblico, facendosi notare dai compratori, anche americani, e da Elsa Robiola, figura cardine della storia del giornalismo di moda italiano, che in un articolo sull’evento torinese segnala le idee giovani della neonata Casa di moda.

All’inizio le sue creazioni sono caratterizzate dai contrasti, dalle tonalità che si scontrano di fronte allo status quo di un’immagine dell’abito femminile ancora molto rigido in linea con la moda imperante negli anni cinquanta.

Poi, sul finire degli anni sessanta, comincia a disegnare le hot pants e propone per prima in Italia, lei ha sempre affermato “in contemporanea” con Mary Quant, la minigonna.

Gli anni ottanta rappresentano un grande successo per la stilista che si dedica alla linea delle maglie dedicate agli animali. “Ho sempre fatto animali molto ironici, il leone ubriaco con il sigaro in bocca, le orse vanitose con collane e orologi”, spiegò la stilista ricordando che quelle maglie erano finite addosso a Marella Agnelli e lady Diana.

Nel corso della sua carriera ha firmato anche collezioni maschili e di arredamento lasciando così nel mondo un’impronta elegante e inconfondibile del suo stile.

Ai funerali della stilista hanno presenziato pochissimi stilisti. Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, con la moglie Cinzia ha dichiarato: “E’ stata una persona molto generosa, attenta al benessere comune, si diceva che era dura. Io l’ho conosciuta ed era una persona aperta e di una dolcezza incredibile”. E ha aggiunto: “Come Comune di Milano troveremo sicuramente il modo per ricordarla”.

In prima fila in chiesa, tra i parenti stretti, la nipote Carolina Rosi, figlia del regista Francesco Rosi e di Giancarla Mandelli, sorella di Krizia. “Per me è stata una zia magica – ha ricordato, con le lacrime agli occhi, Carolina che di recente ha perso anche il marito Luca de Filippo “io l’ho sempre adorata. Nella moda era avanti vent’anni rispetto a tutti gli altri, era una grande anticipatrice. Certo, come tutti i geni aveva un caratteraccio, voleva sempre avere ragione. Ma il suo talento era immenso”.

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