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ADDIO A GIULIANO GEMMA, E’ STATO PROTAGONISTA DEL WESTERN ALL’ITALIANA

FT AG RF 02.10.2013

ROMA (RIVER FLASH)- Il cinema dice addio a Giuliano Gemma che ci lascia a 75 anni, in seguito a un grave incidente stradale avvenuto ieri a Cerveteri, vicino Roma.

Secondo quanto riportatogemma, Gemma era al volante di una Toyota Yaris che si è scontrata frontalmente con una Bmw in via del Sasso, all’altezza dell’incrocio con via di Zambra. Gemma è arrivato morto in ospedale nonostante i tentativi di rianimazione da parte del personale dell’ambulanza che l’ha soccorso.

Nato nella capitale il 2 settembre 1938, emiliano di adozione (trascorre la primissima infanzia a Reggio Emilia), Gemma arriva al cinema giovanissimo. Ha appena 20 anni quando strappa la prima apparizione su un set (“Venezia, la luna e tu” di Dino Risi) e appena due di più quando il giovane Duccio Tessari lo scopre sul set di “Messalina”. Tessari se ne ricorderà nel 1962, al momento di debuttare con il mitologico “Arrivano i titani” e gli affiderà il ruolo del forzuto Crios.

Che Gemma non passi inosservato sulla scena del cinema italiano lo conferma anche la scelta di Luchino Visconti che, nello stesso 1962, lo vuole a fianco di Alain Delon e dell’imberbe Mario Girotti (poi Terence Hill) per dar vita al gruppo garibaldino del “Gattopardo”. A Gemma tocca il ruolo del generale rivoluzionario, il “diavolo rosso” che Delon/Tancredi esibisce a Palazzo Salina come compagno di galanterie e colpi di mano, rinnegati appena indosserà l’uniforme sabauda.

Nel 1965, Tessari gli affida il ruolo da protagonista nello spaghetti western “Una pistola per Ringo”. Un successo: l’unico personaggio che rivaleggi in popolarità con il pistolero senza nome inventato da Sergio Leone per Clint Eastwood. Come Montgomery Wood, Giuliano Gemma cavalca una decina di volte nel western all’italiana e ogni film è un successo, tanto da diventare popolarissimo anche all’estero, dall’America al Giappone.

Un grande successo che non esaurisce in lui la voglia di nuove sfide, passando al cinema d’autore, da “Corbari” di Valentino Orsini, 1971 a “Delitto d’amore” di Luigi Comencini, 1973 a “Circuito chiuso” di Giuliano Montaldo, 1978.

Ha lavorato a fianco di star internazionali quali Kirk Douglas, Rita Hayworth, Henry Fonda, John Huston, Klaus Kinsky, Fernando Rey, Francisco Rabal, Lee Van Cleef, Florinda Bolkan, Liv Ullman, Van Johnson, Ely Wallach, Jack Palance, Max von Sydow, Philippe Noiret, CatherineDeneuve, Ursula Andress, Senta Berger, Claudia Cardinale. Aveva scoperto di recente la passione per la scultura, arte che ha coltivato insieme allo sport (scalate, sci, paracadutismo) e alla recitazione.

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