AG.RF.(redazione).28.03.2023
“riverflash” -L’annuncio sulla sua morte è apparso su facebook. Il giornalista “amico dei grandi”, si è spento dopo una breve malattia cardiaca. Aveva 84 anni e da giorni era ricoverato nella clinica “Villa del Rosario” a Roma.”Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”, si legge su facebook. Nato a Torino il 17 maggio 1938, Gianni Minà ha iniziato la sua carriera da giornalista sportivo nel 1959 a Tuttosport, di cui fu poi direttore dal 1996 al 1998. Nel 1960 debuttò in Rai collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma. Approdato a “Sprint”, rotocalco sportivo diretto da Maurizio Barendson, a partire dal 1965 si è occupato di documentari e inchieste per numerosi programmi, tra cui “Tv7”, “AZ, un fatto come e perché”, “Dribbling”, “Odeon. Tutto quanto fa spettacolo” e “Gulliver”. Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson diede vita a “L’altra domenica”. Nel 1976 viene assunto al Tg2 diretto da Andrea Barbato. Nel 1981 vince il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell’anno. Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a “Mixer”, debutta come conduttore di “Blitz”, programma di Rai 2 di cui è anche autore, che accoglie ospiti come Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Jane Fonda, Enzo Ferrari, Gabriel Garcia Marquez e Muhammad Ali. Minà ha seguito otto mondiali di calcio e sette Olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli storici dell’epoca di Muhammad Ali. Nel 1987 Minà diventa famoso in tutto il mondo per un’intervista di sedici ore con Fidel Castro, il presidente cubano, per un documentario da cui viene tratto un libro: il reportage intitolato “Fidel racconta il Che”.
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