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AG.RF.(redazione).13.06.2023
“riverflash” – Francesco Nuti ci ha lasciato: l’attore aveva 68 anni ed era malato da tempo. E’ stata la figlia Ginevra, al suo fianco fino alla fine, a darne notizia, ringraziando tutto il personale di Villa Verde a Roma per l’affettuosa assistenza.
Era nato a Firenze il 17 maggio del 1955, figlio di Renzo Nuti, barbiere originario del Mugello, e di Anna Giglio, originaria di Crotone, sul finire degli anni settanta, diviene membro del trio cabarettistico dei Giancattivi – gruppo già composto da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci. In quegli anni, i Giancattivi partecipano a trasmissioni di grande successo, come la radiofonica “Black Out” e la televisiva “Non stop”. Il suo esordio nel cinema risale al 1981 con il film “Ad ovest di Paperino”, e successivamente “Madonna che silenzio c’è stasera” (1982), “Io, Chiara e lo Scuro” (1983) e “Son contento” (1983), che gli conferiscono una certa notorietà, in particolar modo il ruolo di Francesco Piccioli, presente nella seconda delle tre pellicole, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d’argento come migliore attore protagonista. Ma non è tutto perché la sua carriera è proseguita anche come regista con “Casablanca, Casablanca” (1985), “Tutta colpa del paradiso” (1985), “Stregati” (1986), “Caruso Pascoski” (di padre polacco) (1988), “Willy Signori e vengo da lontano” (1989) e “Donne con le gonne” (1991). Nello stesso periodo si dedica anche alla musica. Nel 1988 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone “Sara’ per te”, in seguito incisa anche da Mina, e, duettando con Mietta, col brano “Lasciamoci respirare”, composto dal cantautore Biagio Antonacci ed inciso poi nel 1992. “OcchioPinocchio”, “Il signor Quindicipalle” (1998), “Io amo Andrea” (2000) e “Caruso, zero in condotta” (2001) ottengono tiepidi consensi ai botteghini, non paragonabili ai successi degli anni precedenti. Sono poi arrivati gli anni bui della sua vita: ha cominciato a soffrire di depressione, con problemi di alcolismo e tenta persino il suicidio. Il 3 settembre 2006, entra in coma a causa di un ematoma cranico dovuto ad un incidente domestico, venendo ricoverato ed operato d’urgenza alla testa presso il Policlinico Umberto I di Roma. Nel 2009 il ritorno a casa e si comincia a parlare di due sceneggiature scritte da lui e di un libro: ‘Poesie raccolte’. Nel 2010 viene presentato al Festival di Roma un documentario ‘Francesco Nuti… E vengo da lontano’ di Mario Canale, presentato come evento speciale in chiusura del Festival. Assente alla proiezione Nuti, che dopo l’incidente domestico di quattro anni prima, è rimasto senza voce e sulla sedia a rotelle, riappare in tv il 29 novembre 2010, dopo quattro anni di assenza, ospite della trasmissione di Rai 2 “I fatti vostri”, dove appaiono evidenti i danni neurologici conseguenti all’incidente, tra cui l’incapacità di parlare e di muoversi. E il suo calvario è iniziato l’ e l’ha accompagnato fino alla morte. Molti i messaggi di cordoglio dal mondo dello spettacolo: Carlo Verdone ha pubblicato il suo messaggio su Instagram: “Caro Francesco, compagno di lavoro generoso, affettuoso e pieno di talento sarai sempre nei miei migliori ricordi. Un forte abbraccio alla tua famiglia a tuo fratello Giovanni e ai tuoi geniali ‘Giancattivi’ Athina Cenci e Alessandro Benvenuti. Gran dolore, tanta nostalgia”. Giuliana De Sio è legata moltissimo all’attore/regista e ricorda i film insieme campioni d’incasso come “Io Chiara e lo Scuro”, “Casablanca Casablanca” e anche una storia sentimentale in quegli anni ’80. “Affiorano tutti insieme ricordi che sembrano di ieri, i casini, le risate, le cene, le cantate con la chitarra, il festival di Sanremo che lo emoziono’ come fosse un Nobel vinto, mi ricordo di quando mori’ suo padre, i suoi singhiozzi e la prima regia, il primo ciak spaesato a Tangeri, sembra ieri. Era troppo presto per andarsene, ma lui a dirla tutta ci ha lasciato tanto tempo fa. Quella di Francesco è una parabola misteriosa, incomprensibile di uno che ha avuto tutto e deciso di perdere tutto. È caduto dentro molto prima che cadesse tecnicamente. Ci ho pensato tante volte, non c’è un vero perchè, si l’ho visto soffrire moltissimo per la morte del padre ma a quanti è capitato. È come se ad un certo punto avesse deciso uno switch, ad un certo punto mi ricordo una conferenza stampa in cui annunciò che voleva suicidarsi. La sua è stata un’autodistruzione che non mi sono mai spiegata, eppure pensavo di conoscerlo bene. (…) Sono andata a trovarlo anche quando stava male, un’ultima volta qualche anno fa a Prato, in una situazione triste. Nonostante il no del badante riuscii a farlo uscire e portarlo al cinema dove lo stavano celebrando, andammo con la carrozzella, fu un momento bellissimo perché l’ho visto felice”. Infine Leonardo Pieraccioni ricorda sui suoi profili social il collega Francesco Nuti: “Evviva Francesco! Artista fantastico, poetico, innovativo, quante risate mi hai fatto fare, quante volte son venuto a vedere i Giancattivi, quante volte ho guardato e riguardato i tuoi film o ascoltato ‘Sara’ per te”. E ancora: “Che regalo quando i primi giorni del mio primo film ti presentasti a sorpresa a salutarmi sul set. E che emozione quel tuo compleanno che abbiamo festeggiato a Firenze davanti a 8000 persone! Che applauso infinito che ti fecero quando salisti sul palco. L’applauso infinito che si fa ad un Artista a cui vuoi davvero bene. Ciao grande Nuti”.
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