di Valentina Riso (AG.RF 27.03.2021) ore 19:23
(riverflash) Creatrice di alcuni dei pezzi più iconici di Tiffany & Co., Elsa Peretti si è spenta lo scorso 18 marzo in Spagna, dove viveva già da tempo, all’età di 80 anni. La designer, con i suoi gioielli dalle forme organiche, ha rappresentato una vera rivoluzione per il settore negli ultimi cinquant’anni.
In un’epoca in cui si usava solo l’oro, lei adoperava l’argento e riuscì ad elevarlo a lusso, unendolo a forme inedite come il bracciale-osso ‘Bone cuff’ e la collana a borraccia.
Nata a Firenze, educata tra Roma e la Svizzera, studiò design a Milano, preferendo però poi tentare la carriera di modella in Spagna, negli anni Sessanta. Dopo il grande successo in Spagna la sua agenzia decise di trasferirla professionalmente a New York: diventò presto una delle top model più richieste nonché una delle muse di Halston, il designer-simbolo di quegli anni. Ma essere una modella non le bastava: Elsa desiderava creare.
Unendo i suoi studi di design, la sua innata sensibilità e la capacità di prevedere le tendenze, diede vita ai suoi primi bijoux; nel 1969 Giorgio di Sant’Angelo le commissiona i gioielli per la sua collezione, e nel 1971 fa lo stesso per Halston. Ma la vera svolta fu nel 1972, quando firma il suo primo contratto con Tiffany&Co.: il suo minimalismo travolge il mercato, e le sue creazioni – la cintura a staffa, il ciondolo a forma di rene, la collana a forma di serpente – diventano il vero status-symbol.
Presto le immagini di star come Liza Minnelli con i suoi gioielli d’argento fanno il giro del mondo, trasformando lei in un’icona e rivoluzionando per sempre il mercato della gioielleria.
Nel 2000 da vita alla Fondazione Nando ed Elsa Peretti, dedicata alla memoria di suo padre. Attraverso la Fondazione, la designer si è impegnata a sostenere l’ambiente, il benessere sociale, i diritti umani e la conservazione delle arti e della cultura. «Elsa è sempre stata ispirata dalla natura e ha vissuto la sua vita cercando di restituire qualcosa al mondo da cui traeva tanta ispirazione – si legge nella nota ufficiale diffusa da Tiffany & Co. per annunciare la scomparsa della designer – Credeva che prendersi cura e proteggere il nostro pianeta fosse un dovere di tutta l’umanità».
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