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ADDIO A CARLO MAZZONE ICONA DEL CALCIO “VERO”

AG.RF.(redazione).20.08.2023

“riverflash” – Grande mister, grande uomo, grande tifoso: Carletto Mazzone ci ha lasciati all’età di 86 anni, lasciando un vuoto immenso a tutti i suoi “pupilli” e a tutti quelli che gli vogliono bene. Come non amare un personaggio simile? Se n’è andato portando con se il record delle panchine di serie A: 792 sono quelle in cui è stato seduto e nessuno come lui è stato portatore di quella “saggezza popolare” pane al pane, vino al vino. Le sue radici sono a Roma, il suo popolo, i suoi tifosi che lo adoravano per la semplicità con cui riusciva a trasmettere i suoi pensieri a volte anche “forti”, ma sicuramente incisivi. Rimane nella mente la famosa scena del 30 settembre 2001, quando corse sotto la curva dell’Atalanta dopo che il suo Brescia aveva segnato il gol del 3-3: “Se famo tre a tre vengo sotto ‘a curva” gridò, dopo essere stato insultato per tutta la partita, mentre Roberto Baggio disegnava il gol del pareggio. E poi, rivolto all’arbitro Collina, nonostante fosse ancora travolto da un destino che non si aspettava, con lucidità e onestà, disse: “Buttame fori, me lo merito!”. Questa fa capire chi era Mazzone, un “puro”, un genuino che non esitava a parlare chiaro. Tra i suoi “pupilli” il primo a ricordarlo è stato proprio lui, il ragazzino, Francesco Totti per il quale ha sempre avuto un attenzione particolare: l’ex capitano della Roma, si è così espresso su instagram: “Rimarrai sempre nel mio cuore” e Roberto Baggio un’altra sua creatura: “Carlo Mazzone era un uomo genuino e verace, custode dei valori più sani dello sport. Un grande allenatore, amato da tutti perché ha rappresentato un calcio vicino al popolo e ai suoi tifosi. Mi stringo al dolore della famiglia e di tutti i suoi conoscenti. Ci mancherai Carletto”. Anche il nostro premier Giorgia Meloni non ha voluto far mancare il suo messaggio ad un icona del calcio e dello sport: “Carlo Mazzone era un uomo genuino e verace, custode dei valori più sani dello sport. Un grande allenatore, amato da tutti perché ha rappresentato un calcio vicino al popolo e ai suoi tifosi. Mi stringo al dolore della famiglia e di tutti i suoi conoscenti. Ci mancherai Carletto”. Le sue tattiche sul calcio erano quelle “tradizionali” e ancora oggi vengono seguite”: difesa e contropiede come arma per battere gli avversari e per questo veniva fortemente criticate: un atteggiamento troppo difensivo che a molti non piaceva, ma le sfide lo stimolavano edera “verace” in campo. Amava dire che esistono due Mazzone, uno calmo e sereno che allenava durante la settimana e uno che, in campo la domenica, all’improvviso, tanta era la voglia di vincere, si agitava e faceva show di ogni genere. Iniziò ad allenare l’Ascoli nel 1968 e da tantissime le squadre da lui guidate: Fiorentina, Catanzaro, ancora Ascoli, Bologna, Lecce, Cagliari, Napoli, Brescia e soprattutto la ‘sua’ Roma, guidata per tre anni.

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