ACQUA DA PRIVATIZZARE: I RICCHI DEL MONDO SI SONO TUFFATI NEL BUSINESS

AG.RF 11.06.2014 (ore 10:08)

(riverflash) – L’acqua potabile scarseggia sulla Terra, il riscaldamento globale la fa scarseggiare. Si sciolgono i ghiacci polari, ma la loro acqua è salata come quella del mare. La Cina soffre di carenza d’acqua e quella imbottigliata ha prezzi in costante ascesa. Per l’acqua buona da bere, invece, i governi limitano ai privati la possibilità di approvvigionarsi autonomamente di scorte idriche. Nell’Oregon (USA) un cittadino è stato condannato a 30 giorni di prigione per aver raccolto acqua piovana in tre laghetti su un terreno di sua proprietà. Una legge per tutelare chi compra direttamente le falde acquifere e poi ne commercializza il prezioso liquido, ma per simili acquisti servono super capitali.

C’è chi sostiene che l’acqua è il nuovo business, il petrolio del XXI Secolo. A ritmi serrati i Paperoni di tutto il mondo ne stanno facendo incetta le grandi banche d’investimento quali Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Citigroup, UBS, Deutsche Bank, Credit Suisse, Macquarie Bank, Barclays Bank, the Blackstone Group, Allianz, e HSBC Bank. Anche i privati si sono tuffati nel business. Il miliardario T. Boone Pickens possiede più diritti di sfruttamento dell’acqua di qualsiasi altro individuo in America, potendo sfruttare circa 250 miliardi di litri l’anno, ma l’affare interessa anche all’ex-presidente USA George Bush jr. mente in Asia Li Ka-Shing di Hong Kong, Manuel V. Pangilinan delle Filippine e altri stanno comprando migliaia di ettari di terreno con falde acquifere, con relativi diritti di sfruttamento.

Di fronte a mega-offerte, città e stati sempre più a corto di fondi, dovranno accettare mega offerte per privatizzare falde e sorgenti.

La fratturazione idraulica o fracking in geotecnica è lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso nel sottosuolo

Citigroup raccomanda ai proprietari di diritti di sfruttamento dell’acqua di venderla alle compagnie di fracking anziché agli agricoltori, perché l’acqua per il fracking può essere venduta ad un prezzo 60 volte più alto di quella per l’agricoltura.