Di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF 15.06.2015) (river flash) – Il 15 giugno di novantacinque anni fa, nella Capitale, naceva l’attore simbolo di romanità Alberto Sordi, ignaro di ciò che sarebbe diventato e di quello che avrebbe significato per la sua città. Oggi, nella villa in Via Druso, dove visse dal 1958 al 24 febbraio 2003, giorno della sua scomparsa, il tempo non sembra essersi fermato, sembra anzi che Albertone passeggi ancora nelle stanze della sua meravigliosa casa.
Così il teatro, dove Sordi vedeva i film con un vero e proprio palcoscenico, la barberia, dove passava gran parte del suo tempo, lo studio con i premi ricevuti durante la sua interminabile carriera, le foto, il salone riprendono vita grazie alla Fondazione Alberto Sordi e alla Fondazione museo Alberto Sordi, la prima costituita dallo stesso artista e la seconda dalla sorella Aurelia per realizzare un museo dedicato ad Alberto proprio nella sua villa. E così è stato; e proprio oggi, con un cicerone di eccellenza, Carlo Verdone, e il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, una conferenza stampa ha fatto rivivere quello che Aurelia Sordi, scomparsa lo scorso ottobre, aveva in progetto. La villa a Caracalla diventerà museo, “sarà visitabile per tutti quelli che amano Albertone e il cinema italiano”, ha scritto su Twitter Franceschini.
La data di apertura non è ancora certa, ma il progetto prevede di fare della villa non un semplice luogo di memoria, bensì un museo vivo, in grado di far rivivere ai cittadini romani e non la vita dell’attore, fatta di passioni, di conoscenze e di dedizione verso un mondo del cinema italiano ormai lontano.
Per molto tempo trascurata, la villa verrà prima resa abitabile, per poi essere allestita a museo, riportando anche i quadri di De Chirico, attualmente alla GNAM di Roma, e per poi sistemare anche il Piazzale di Numa Pompilio davanti alla villa, lasciato da tempo al degrado.
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