AG.RF.(redazione).01.11.2018
“riverflash” – Il quirinale sta vagliando ora il testo, approvato dalla Camera, che contiene misure per affrontare l’emergenza e il preventivo per la ricostruzione del ponte Morandi, crollato il 14 agosto, per il quale sono stati stanziati 600 milioni. Dal giorno della pubblicazione, il governo ha dieci giorni di tempo per nominare il commissario per la ricostruzione che resterà in carica per un anno con la possibilità di essere prorogato “per non oltre un triennio dalla prima nomina”. Potrà avvalersi di uno staff composto da venti persone, di cui solo uno può essere dirigente, e di due subcommissari. Per quanto riguarda Genova, le spese quantificate e coperte (in gran parte tramite utilizzo pluriennale di fondi già presenti in bilancio) ammontano a 493 milioni di euro, di cui 360 per la ricostruzione del ponte sul Polcevera e la viabilità connessa. La copertura è prevista in 283,5 milioni nei primi cinque anni (2018-2022) e altri 210 milioni dal 2023 al 2029. La spesa per la demolizione e ricostruzione è stimata in 360 milioni, ma la cifra esatta si saprà dopo la progettazione degli interventi e se Autostrade non pagherà entro trenta giorni, il decreto prevede che sarà coperta dallo Stato con 30 milioni all’anno, dal 2018 al 2029, tramite riduzione del Fondo investimenti. Per la città di Genova arrivano inoltre altri 20 milioni di risorse per il 2018-19, in aggiunta ai 33,5 stanziati subito dopo il crollo. Ma vengono dimezzate da 500 a 250 le assunzioni per permettere agli enti locali di far fronte all’emergenza. Saltano invece i soldi per il Terzo Valico anche se il viceministro Rixi garantisce che saranno ripristinati. Tuttavia non mancano le polemiche intorno a questo decreto che è stato molto complicato redigere e a testimonianza di ciò, c’è la dichiarazione del governatore della Liguria, Giovanni Toti, che ha dichiarato: “Il decreto arriverà, ma non vuol dire che sarà soddisfacente, ho la sensazione che il governo voglia gestire la situazione a Roma e non in Liguria. Ma va bene tutto, basta raggiungere i risultati”. Non c’è ancora un nome per quanto riguarda il responsabile per la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica dei materiali di risulta, nonché per la progettazione, l’affidamento e la ricostruzione dell’infrastruttura e il ripristino del connesso sistema viario, tuttavia il decreto indica per iscritto, quali saranno i suoi poteri. Ora dunque, c’è un decreto e ci sono i fondi, ma la tensione a Genova resta alta tra le persone che hanno perso tutto, casa e beni personali.
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