AG.RF.(MP).18.03.2014
“riverflash” – Sono i dati del rapporto biennale Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema dell’Università e della Ricerca) ad indicarlo: il 40% degli studenti universitari al primo anno di studi, rinuncia a proseguire il percorso. In occasione della presentazione dei nuovi dati presentati ieri a Roma dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, anche Giorgio Napolitano ha voluto commentare, affermando che sono ancora troppo poche le risorse destinate all’università e alla ricerca (sotto la media di quelle europee) ed esiste ancora, purtroppo, un divario territoriale troppo grande a sfavore del mezzogiorno. Inoltre, il documento indica che il problema sussiste anche nei corsi a ciclo unico, dove la percentuale di laureati è pari al 63,2% dopo nove anni dall’iscrizione e nei corsi di laurea di secondo livello dove si sale a circa l’80%. Per quanto riguarda invece il tempo medio per il conseguimento del titolo nei corsi di primo livello, (cioè la laurea triennale), ci vuole circa il 70% in più del tempo stabilito per laurearsi (5,1 anni), mentre è minore il ritardo per le lauree di secondo livello, cioè quelle magistrali che durano due anni: 2,8 anni in media. Da sottolineare è anche la grande differenzatra atenei del nord e atenei del centro-sud: in questi ultimi, il tasso di regolarità è nettamente inferiore a quelli settentrionali dove dopo due anni gli studenti conseguono un più elevato numero di crediti formativi, i laureati completano gli studi nei tempi previsti nel 43% dei casi contro il 23-27% nel mezzogiorno e nel centro. Gli studenti fuori corso costituiscono il 35% del totale contro il 45-47% negli atenei del centro e del mezzogiorno. Per quanto riguarda i dati sull’Europa, i laureati in Italia sono aumentati ma restano sempre pochi rispetto al resto della Ue. Il rapporto evidenzia infatti, che tra il 1993 e il 2012 la quota dei laureati sulla popolazione in età lavorativa è salita dal 5,5 al 12,7% e quella tra i giovani fra i 25 ed i 34 anni è passata dal 7,1 al 22,3%. Infine secondo L’Anvur, l’Italia continua ad essere uno dei Paesi con la più bassa quota di laureati. Infatti, nel 2012, all’interno dell’Unione europea i laureati erano 35 (di età compresa tra i 25 e i 34 anni) in media, ogni 100 abitanti, contro il 22,3% dell’Italia. La causa di tutto ciò? In Italia mancano corsi a carattere professionale, cosa che non succede invece in Europa, dove un quarto dei giovani in possesso di un titolo di istruzione terziaria.
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