WASHINGTON (RIVER FLASH) – Sabato scorso Washington ha diramato un’allerta terrorismo globale e ha chiuso fino a sabato 10 agosto 28 fra ambasciate e consolati in paesi musulmani. Da subito, però, si è capito che lo Yemen è diventato il posto più pericoloso per gli americani dopo che sono emerse intercettazioni tra il capo di al Qaeda, l’egiziano Ayman al Zawahiri e il capo della branca locale, al Qaeda nella Penisola Arabica, Naser al Wuhayshi.
È stata una conversazione tra il leader di al Qaeda Ayman al Zawahiri e il capo della cellula yemenita del gruppo terroristico a far scattare la chiusura di alcune rappresentanze diplomatiche americane in Nord Africa e Medio Oriente. Lo ha riferito una fonte informata sul caso citata dal Washington Post, precisando che nell’intercettazione al Zawahiri ha dato “chiari ordini” a Nasir al Wuhayshi, fondatore di al Qaeda nella Penisola Arabica, di attaccare. Secondo il New York Times Zawahiri avrebbe ordinato a Wuhayshi di compiere un attentato entro il 4 agosto, mentre per il network televisivo Cnn si sarebbe limitato a prescrivergli di “fare qualcosa”: un’espressione sibillina quanto generica, sufficiente comunque a mettere sull’avviso le autorità americane e i loro alleati più stretti. Gli elementi raccolti al riguardo sono stati definiti “probabilmente una delle minacce più specifiche e credibili di cui abbia mai avuto conoscenza fin dal, forse, settembre 2011” dal deputato repubblicano Michael McCaul, presidente della commissione Sicurezza Interna presso la Camera dei Rappresentanti.
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